Carissimi medici, infermieri, operatori tutti della sanità che avete a che fare con la pandemia COVID19,
ci troviamo oggi di fronte ad una catastrofe di dimensioni ancora non ben definite. Siamo in una situazione di enorme sproporzione fra le necessità teoriche di assistenza sanitaria che vorremmo erogare e le risorse disponibili. Già da qualche giorno, tutti stiamo vivendo momenti difficili, in cui stiamo lavorando in quadro sempre più simile alla “medicina delle catastrofi”.
Come operatori, potremmo avere un significativo “disagio morale” (moral distress) nel prendere certe decisioni, e potrebbero esserci incomprensioni con colleghi di altri reparti o di altri ospedali, con aumento di ansia a preoccupazione, fino ad arrivare forse ad un aumento del “burn-out” lavorativo. In futuro, potremmo essere tutti esposti al PTSD (post-traumatic stress disorder), che significa aver vissuto situazioni in cui c’era un concreto pericolo di vita (propria e altrui), e vivendo la situazione come un trauma.
Vi scriviamo queste riflessioni perché vi sentiate supportati e legittimati nelle vostre reazioni, di cui è bene avere autocoscienza, e che è bene affrontare, come sempre, cercando di coniugare la verità e la rassicurazione… sia all’interno del team dei curanti, sia nei confronti dei familiari, che potrebbero comprensibilmente manifestare un aumento di preoccupazione, incredulità, diffidenza, aggressività e dolore.
Come coordinatori del Progetto Intensiva 2.0, ci siamo chiesti cosa potevamo fare per essere d’aiuto in questa situazione drammatica. Crediamo sia necessario mantenere i nervi saldi, e continuare ad affrontare questa pandemia con professionalità e collaborazione, come siamo sicuri stiate già facendo.
Concretamente, vogliamo offrirvi una possibilità di:
- condividere i nostri pensieri e le nostre emozioni, per “liberarcene” e così magari stare un po’
- creare un archivio dei fatti storici di cui siamo protagonisti, perché un domani nessuno possa negare l’accaduto o il nostro impegno, né il contesto lavorativo incredibile in cui ci troviamo
Per questo, abbiamo creato il Progetto “Scriviamo la storia”: http://dati.intensiva.it/vissuto/
Vorremmo che fosse uno strumento, uno spazio di aiuto, che ci diamo e che utilizziamo in libertà come una vicinanza di cui noi adesso abbiamo bisogno. Prendiamoci uno spazio libero in questo momento di tragico smarrimento, in cui dobbiamo rimanere forti, lucidi, avere consapevolezza realistica della nostra indispensabilità, perché dobbiamo saperci inventare continuamente soluzioni a problemi nuovi e potenzialmente gravi per gli aggrediti dal virus e ...anche per noi o i nostri cari. Vorremmo che fosse anche un’occasione per “scrivere la storia” di questo periodo terribile, su cui riflettere quando tutto sarà tornato alla normalità... speriamo presto!
Desideriamo raccogliere dei “contributi liberi”: racconti di due righe oppure di una pagina. Foto, video o files audio, schemi o pezzi (anonimi) di diaria… tutto quello che credete sia utile agli altri operatori e a chi potrà leggerli in futuro. I contributi di tutti (rigorosamente anonimi) saranno filtrati e messi a disposizione di tutti, sempre nel massimo rispetto della privacy di chi scrive.
Siamo molto orgogliosi di come tutto il personale delle Terapie Intensive italiane sta rispondendo all’emergenza sanitaria in atto. Si sta davvero costruendo un esempio fulgido, inequivocabile e universalmente unico di competenze, responsabilità, di fratellanza che ci spinge ad utilizzare tutte le risorse disponibili, ed anche attivabili come emergenza. E tutto questo sta scrivendo una pagina della storia più bella dell'umanità. In Italia.
Grazie per tutto ciò che avete fatto e che farete in questo momento estremamente difficile per il nostro Paese.
Alcuni contributi selezionati per la pubblicazione sono consultabili su: http://vissuto.intensiva.it